«All’estremo di questa pianura (di Dazio), verso mezzodì, sorge un piccolo monte, detto Colma di Dazio: è dirupato, sterile e roccioso, ma sulla cima ha una piccola pianura; ivi si notano le rovine di un antico castello e parimenti cisterne, cunicoli sotterranei e miniere di ferro abbandonate.»
(Giovanni Guler von Weineck, governatore per le Tre Leghe Grigie della Valtellina nel 1587-88, nell'opera "Rhaetia", 1616)
Non rimane nessuna traccia del castello, rimangono i segni lasciati della miniera d'oro, sfruttata fino alla fine del Settecento e citata ancora in un documento ottocentesco, nei pressi della località Porcido sul versante sud. Sulla parte sommitale si trovano tracce di costruzioni per avvistamento e di una casermetta.
Il rifugio nasce proprio dalla ristrutturazione di questa caserma militare costruita nella prima guerra mondiale ma utilizzata anche nella seconda, adibita dal 2006 a casa privata.
Il Rifugio è aperto su prenotazione e offre piatti tipici della cucina valtellinese. L'intento del rifugio, gestito da Carlo Cadregari (tel. 3472264390; info carlo.cadregari@libero.it) è quello di valorizzare il territorio nel massimo rispetto e nella cura di questo luogo a lungo dimenticato.